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In Rete. Attivi. Consapevoli.

Comunicare per un brand è rendere partecipe, coinvolgere nel mondo dei propri contenuti, un pubblico o pubblici mirati; farlo, sollecitando le emozioni di chi ascolta, stimolando e istruendone l’immaginario, il pensiero, la mente e il corpo.

Un mondo di contenuti. Un “dentro”, uno spazio chiaro, riconoscibile, unico, in cui far entrare persone, offrendo una narrazione edificante, veicolando valori.

Come può strutturarsi questo mondo nell’oceano di stimoli, input, messaggi, online  e offline? Come “distinguersi” nel mare magnum di offerte, proclami?

E’ fondamentale conoscere e applicare i giusti metodi e strategie per comunicare; conoscere il funzionamento della mente e in questo ci aiutano le neuroscienze; i modi di comunicare in cui i propri potenziali o reali pubblici desiderano essere raggiunti, accolti.

Ma non basta.

Occorre la capacità di sondare il momento, stare dentro la storia che stiamo vivendo, per comprendere i cambiamenti del linguaggio, del modo di percepire lo spazio-tempo, dei modi di concepire e concettualizzare; del modo di esprimersi a livello estetico, artistico in questo momento storico.

Voglio dire che occorre farsi consapevoli di una visione più ampia della storia entro cui stiamo tutti, professionisti, imprese, con il proprio brand.

Voglio dire che occorre andare e pensarsi al di là di sé stessi, con il proprio mondo di Contenuti dentro un universo che è quello della Rete, della Storia.

Ma per  fare rete occorre promuovere una permeabilità del brand, lasciarsi coinvolgere, contaminare, muoversi, andare incontro, fermi restando gli obiettivi di quel che si è,  che da questo “movimento” può solo trarne benefici, arricchendo la propria identità.

Comprendersi oltre sé stessi, per misurarsi, ritrovarsi. Si è consapevoli  e capaci di questo?

Ne parlo e provo a dare qualche mia breve considerazione, frutto della mia esperienza di Storyteller a servizio di imprese e professionisti,  nel mio nuovo episodio Podcast. 

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